Sessualità e relazioni intime ai tempi del COVID-19

Mentre cerchiamo di ricostruire, nella nostra mente, i visi di chi ci tossiva e starnutiva accanto in treno o in metro la settimana scorsa, probabili “untori” accidentali contro cui fare scongiuri, c’è da chiedersi se ci si è adeguatamente interrogati sui comportamenti sani e sicuri da mettere in atto con chi è a noi vicino e con cui intratteniamo rapporti interpersonali intimi. Un violento tsunami sta travolgendo le nostre vite e arrancare nell’incertezza è qualcosa che, prepotentemente, ci attanaglia, creando malessere in noi stessi e nella relazione con gli altri. Siamo costretti a stare fra le quattro mura di casa, e tra mille preoccupazioni, frustrazioni e delusioni, forse non ci accorgiamo che siamo stati attaccati a tutti i livelli delle aree di funzionamento esistenziale e dimensionale. Ad esempio, della sessualità se ne sta parlando poco, o quasi per nulla, perché, almeno apparentemente, in un momento emergenziale come quello del COVID-19, sembra non rientrare tra i bisogni fondamentali della persona, quantomeno si sta focalizzando l’attenzione sul fatto che i nostri cervelli sono sintonizzati sulla paura del contagio, soffocando, quindi, molto probabilmente, il desiderio sessuale.

La sessualità, dunque, ancora una volta, è un’area che viene trascurata, allontanata e presa sottogamba, come qualcosa di cui non si ha necessità di discutere, si fa fatica, pertanto, nel dare informazioni utili alla salvaguardia della salute fisica e psicologica della persona nella sua interezza corpo-mente. Nascondere, però, sotto ad un tappeto, come sempre, non aiuta perché, prima o poi, qualcuno potrebbe inciampare sui bozzi creati da ciò che viene celato, rischiando così di ingigantire le difficoltà con eventuali danni che ne possono conseguire, sia da un punto di vista individuale che relazionale. Credo, dunque, che sia importante, soprattuto in un periodo di vacillamento generale, non sottacere riguardo alla sessualità e ai comportamenti intimi perché sorvolare equivarrebbe a trascurare e a non informare in scienza e coscienza. In un momento critico e disorientante, da un punto di vista clinico, dare informazioni è ancor più necessario per portare l’attenzione su comportamenti alternativi funzionali da poter adottare. In questi lunghi giorni, in cui sembra di vivere in una sala di attesa, il problema, in fatto di relazioni intime, si sta dispiegando su binari che viaggiano in parallelo; su un binario abbiamo le relazioni stabili tra conviventi, su un altro quelle tra amanti, o anche quelle emergenti o, occasionali e fortuite. Poi, su un altro binario ancora, ci sono i single e le coppie stabili non conviventi, o gli amori a distanza. L’amore, le effusioni e la vita sessuale si basano sulla prossimità corporea, in questo momento però, la stessa è bandita, e, in questo caso, non faccio propriamente riferimento alle relazioni di coppia stabili che convivono, quanto piuttosto a quelle meno convenzionali, quelle che percorrono principalmente canali di “clandestinità”, o anche, a chi vive di incontri più semplicemente fortunosi, o a chi non vive sotto lo stesso tetto.

Soprattutto alle coppie segrete e ai non conviventi si richiede massima pazienza, nel rispetto di una responsabilità che si espande oltre la relazione tra due persone, ricoprendo un’area interpersonale più vasta, la cosiddetta e fondamentale responsabilità sociale. Si richiede, quindi, di rallentare e di adottare degli accorgimenti nel rispetto di un senso civico che riguarda tutti. Quali sono i possibili comportamenti sessuali alternativi utili in questa situazione apocalittica che richiede riadattamento e ristrutturazione in tutte le nostre aree di funzionamento? Può essere, indiscutibilmente, di aiuto la comunicazione a distanza, ove è permesso di incontrare l’altro senza rischi di natura epidemica, coltivando una certa confidenza emotiva che permette di esprimere desiderio e piacere, almeno in questo lasso di tempo. Si può ricorrere, ad esempio, al “sexting”, fenomeno, in genere, valutato soltanto sotto una lente negativa, perché ritenuto insidioso e pericoloso, soprattutto per gli adolescenti. Incontrarsi online, invece, ha la sua profonda funzionalità, in quanto non è lo strumento in sé ad essere temibile e dannoso quanto piuttosto l’uso che se ne può fare, sia in tempi di emergenza che in tempi ordinari e di routine quotidiana. É importante, dunque, non abbassare la guardia, rispetto alla rischiosità che può scaturire dalla violazione della propria ed altrui privacy nello scambio di video ed immagini, che, in mani sbagliate, possono diventare compromettenti e causa di profonda sofferenza, proprio come armi letali.

Da un punto di vista strettamente sessuologico, giocare con il sexting, in modalità sicura e cauta, pertanto nell’assoluto rispetto di se stessi e degli altri, può favorire l’erotismo, sia nel qui ed ora che nel momento dell’eventuale incontro vis-à-vis, rimandato per ovvi motivi. Un’altra pratica, il più delle volte comunemente demonizzata, è la naturale masturbazione, fondamentale per il benessere psicofisico di ciascuno che permette di vivere ed esplorare se stessi e la propria sessualità. L’autoerotismo, ora più che mai, è un momento per se stessi da valorizzare, anche per i numerosi benefici che produce sull’assetto corpo-mente; in questo momento, oltre ad essere la modalità più “sicura” per esprimere la propria energia libidica, è anche un modo per riscoprire una pratica preziosa per se stessi, che al contempo è altresì capace di influenzare, in positivo, il rapporto a due, sia da un punto di vista fisico che psicologico. Anche l’autoerotismo, come il sexting, può, però, nascondere le sue insidie; potrebbe, di fatto, sfociare in un comportamento compulsivo, con la mera funzione di ridurre, soltanto nel breve periodo, ansia e paura che si presentano, ai tempi del Coronavirus, particolarmente disregolate. Diverso è il discorso per le coppie che condividono la stessa abitazione perché non hanno limitazione alcuna nel vivere la propria fisicità. La sessualità non è veicolo di contagio in sé, il contagio, se c’è, sopraggiunge ancor prima di arrivare all’atto sessuale. Il problema delle coppie stabili, richiedente una certa attenzione clinica, si sposta maggiormente su un piano relazionale. La quarantena può, in effetti, contribuire all’esacerbazione di problemi e conflitti che, nel periodo pre-epidemia, sono stati sapientemente spostati in un apposito dimenticatoio come forma di evitamento. Le coppie che poggiavano le proprie basi sulla vita frenetica e di corsa, ognuno con le proprie funzionali distrazioni, si trova improvvisamente catapultata in una realtà lenta dove non sembra più esserci una bussola, e dove è facile perdere la gestione di se stessi e dei propri stati interni.

E siccome la vita sessuale e l’erotismo non sono la panacea di tutti i mali, ma sono piuttosto comportamenti che scaturiscono da pensieri ed emozioni, non sarà facile risolvere il tutto mettendoci, ancora una volta, una pietra sopra, e sperando che tutto possa risolversi come per magia e per grazia ricevuta o, peggio ancora, sforzandosi di avere rapporti sessuali nella subdola speranza di raccoglierne i naturali benefici psicofisici. Il lavoro da fare è più certosino e profondo, meno grossolano, clinico e non magico così da alzare, una volta per tutte, il tappeto del “non detto” e delle magagne che portano conflitto e disfunzione. Ci si potrebbe così riscoprire nella propria unicità esistenziale, pronti a compiere scelte consapevoli, anche in un tempo ove la paura la fa da sovrana tra i numerosi e profondi bisogni di ciascuno.

Dott.ssa Rosetta Cappelluccio

Dott.ssa Rosetta Cappelluccio
Psicologa psicoterapeuta