La statua lignea, di scuola napoletana raffigurante san Rocco di Montpellier e il miracolo del 3 settembre che durò fino al 6 dello stesso mese

Nella Chiesa filiale di Maria SS. Della Pietà di Maierato (Vibo Valentia), consacrata al culto il 26 marzo 1524, si conserva una statua lignea, raffigurante san Rocco di Montpellier nei vestimenti tradizionali di pellegrino e gli elementi che caratterizzano la sacra effige: bastone, cappello, borraccia, la piaga causata dalla peste sulla gamba sinistra e a destra un piccolo cane che tiene in bocca una pagnottella di pane. Lo stipo ligneo dove è custodita la statua del santo prodigioso, è stato offerto in voto da maieratani emigrati nelle Americhe. Il culto di san Rocco a Maierato è ascrivibile alla manifestazione di peste che scoppiò nella vicina Pizzo Calabro nel 1743. Al santo viene dedicata la “quindicina” – dal 1 al 15 agosto. In passato, in suo onore, durante la lunghissima processione del 16 agosto venivano preparate delle buffette votive, tavoli dove i portatori della statua poggiavano, in segno di ospitalità, la statua del santo offerti dalle famiglie che dovevano sciogliere un voto. Spesso, durante la sosta ai piedi della statua venivano svestiti bambini e bambine per poi riscattarli in chiesa. I vestiti non richiesti, la confraternita li offriva a famiglie bisognose (tale tradizione nei paesi del vibonese viene anche fatta ai piedi della statua di San Michele, Sant’Antonio di Padova ed altri santi ). A Maierato, San Rocco possiede anche un tesoretto in oro: collane, spille, anelli, braccialetti, orologi, oggetti questi offerti per ringraziare il santo per una grazia ricevuta. La prima cosa che colpisce a chi osserva questo capolavoro artistico, raffigurante san Rocco, è lo sguardo calamitante volto verso sinistra che la simbologia traduce sguardo verso la sofferenza. Questa immagine della statua di  San Rocco rapisce e si fa rapire dall’animo umano, nell’intensità dello sguardo tutto diventa rivelazione reciproca, estasi tra colui che guarda e chi viene guardato  e nel silenzio si entra in comunione con Dio. I capelli scuri e anellati, alla nazzarena, fanno percepire una certa meridionalità: simbolo di forza e di divinità. La barba, dall’altro lato, (nel Medioevo la barba indicava l’uomo penitente) completa l’immagine iconografica del santo. Dalla piaga posta artisticamente sulla coscia sinistra, il 3 settembre del 1897, fu visto uscire marcia per più giorni. Un atto prodigioso, inspiegabile che richiamò in chiesa i medici del paese del tempo, ma anche una indagine vescovile il cui carteggio è conservato presso l’Archivio Vescovile di Mileto col titolo Maierato Parrocchia BVI 583. In questo fascicolo sono riportate le testimonianze di tredici persone che hanno riferito su quanto ormai viene storicizzato come u miraculu i santu Roccu, e il cui fascicolo così apre la lettura:

l’anno 1897, il giorno 13 di settembre, in questa chiesa di Maierato

sotto il titolo di Maria SS. Della Pietà,

io qui sottoscritto Monsignor Giuseppe Colasanzio Fragalà

deputato a constatare nelle forme canoniche i fatti accaduti in questo paese

che hanno tutta l’apparenza di prodigio

ho giurato pel primo di scrupolosamente adempiere

al mandato della Chiesa affidatomi.

 Al santo vengo offerti dolci votivi detti papuna, dolci a forma di membra umana (in passato anche a forma di animali) per la richiesta di una grazia o di ringraziamento per  grazia ricevuta.

 Prof G. Cinquegrana
Antropologo