La geometria e la progettazione sacra nel linguaggio templare

L’ispirazione alla progettazione di luoghi sacri: chiese, templi e cattedrali segue, nel sacro, la progettazione delle costellazioni, viste e sentite come forme geometriche dell’eternità (I Cistercensi hanno edificato le cattedrali gotiche di Francia secondo un preciso disegno che riproduce sul luogo la costellazione della Vergine).. Ogni luogo prescelto trova la sua lettura in punti sacri, in una sorta di diagnosi energetica del suolo. Si tratta di uno studio geomantico, che già in epoca medievale costruttori e progettisti erano a conoscenza.  Il modulo costruttivo ad quadratum era privilegiato dalle maestranze medievali depositari di conoscenze iniziatiche: il quadrato si pone come simbolo della materia che si contrappone allo Spirito rappresentato dal cerchio. Tale concezione progettuale deriva principalmente dall’idea della costruzione del tempio, quale luogo sacro, dalla voce greca temenos che significa recinto sacro, luogo riservato agli dei. In questo luogo dove tempo ed eternità si toccano, il cielo proietta la sua sacralità con i linguaggi della luce e delle ombre. Il principio visivo di ciò, quello di rapportare il macrocosmo celeste al microcosmo sulla terra, viene maturato dall’architetto, voce greca architekton: da archè etico che significa  colui che genera, colui che porta alla luce,  il quale si muove tra le carte con il sentire della geomanzia, riuscendo a portare in essere una ierofania, la grande manifestazione del sacro.

In tutto questo, funzionale  è, quindi, lo studio e la conoscenza  delle forme date dalla geometria, archetipo della bellezza (termine che deriva da due voci greche  che significano terra e misura, ovvero nell’insieme  misurazione della terra). Essa si basa sui seguenti aspetti principali: la soluzione di solidi, conosciuti  come i cinque solidi platonici: il “tetraedo”, il “cubo”, l’”ottaedro”, il “dodecaedro” e l’ “icosaedro”  con la combinazione delle figure complesse,  partendo dalla più semplice alla più perfetta: il cerchio che ha sempre rappresentato la divinità, la perfezione e l’eternità. Gli antichi Egizi avevano sviluppato una straordinaria conoscenza sul potere evocatore dei simboli geometrici, i cui codici tenuti segreti venivano usati nell’architettura dei templi nei geroglifici, nei bassorilievi, nei dipinti. Tale conoscenza è giunta sino a noi attraverso le società segrete di origine massonica o misteriosofale. Le chiese costruite dai Templari  nel piano architettonico chiudono con la cupola o quanto meno con forme arrotondate, perché nella lettura templare  il cerchio esprime l’eterno soffio della divinità.

 

Cinquegrana
Antropologo