Per una lettura dell’antropologia criminale quale disciplina interprete della complessità del crimine

L’Antropologia Criminale richiama in sé contenuti multipli che racchiudono scienze diverse: sociologia, psicologia, sociologia, diritto, medicina legale ed altre e, nell’insieme, diventa  proiezione delle scienze che intervengono nella  criminalistica….

Le indagini scientifiche in direzione criminale iniziarono presto. Già alla fine del diciottesimo secolo lo svizzero J. Kaspar Lavater (1741- 1801) aveva abbozzato una teoria fisiologica chiamata l’arte della fisiognomica (1774), attraverso la quale cercava di scoprire come le caratteristiche del volto di ogni individuo rivelassero il carattere. Nello stesso periodo, Franz Josef Gall (1758-1828) rispondeva con la Frenologia (studio della mente), una teoria che prendeva come punto di riferimento la forma del cranio in cerca di conferme sulle inclinazioni di una persona….Può essere definita come la disciplina che studia i reati, i loro autori e la reazione sociale ai reati medesimi. Essa è una disciplina sia teorica che empirica, sia descrittiva che esplicativa, sia normativa che fattuale. L’oggetto fondamentale de dello studio è il reato, la cui definizione è esclusivamente sociale, che varia in funzione del tempo e dello spazio, ossia varia da cultura a cultura…. oggi l’antropologia criminale studia diversi parametri: i luoghi e gli spazi di chi commette il crimine, la storiografia del personaggio criminale, il campo di azione quanto l’agire criminoso (traffico d’armi, vendita di droga, braccio armato del crimine, intimidazione quanto la sua evoluzione in ambientazione internazionale. La disciplina, pertanto,  utilizza nozioni di anatomia comparata, fisiologiapsicologiapsicopatologia, etnologia, demografia, statistica e sociologia…. Ma cosa fa un criminologo?

Da sempre gli uomini si sono posti delle domande sui fenomeni che   la natura  poneva sotto i propri occhi  senza riuscire a comprendere del tutto motivazioni e casualità, circostanze e fenomenologie, origine e destino. Un continuo interrogarsi e nella ricerca di comprendere tutto questo ci si è posti secondo i canoni dell’ateismo, quanto dell’agnosticismo o della religione nel riconoscere  l’esistenza di un Dio Creatore con il quale l’uomo può entrare in relazione attraverso gesti, parole, riti…. sequenza prestabilita di azioni…  Antropologicamente attraverso i riti sono avvalorate verità o momenti ritenuti tali rafforzati da simboli sacri, rievocatori di atti consolidanti  che sono marcati  in circostanze criminose come, nello specifico, nelle affiliazioni mafiose come riti di iniziazione…. Mondher Kilani così rappresenta l’antropologo: “ha in primo luogo un campo di ricerca che sceglie per ragioni sia scientifiche  che personali …sul campo egli fa l’apprendistato di una cultura e di un modo di pensare, interagisce con delle donne e degli uomini, fa delle scoperte, sperimenta errori, raccoglie dati, elabora le prime sintesi, formula delle ipotesi…la finalità del lavoro dell’antropologo è di offrire un testo elaborato, attraverso il quale comunicare la propria versione dell’esperienza dei membri della società presso la quale ha soggiornato”.

Pino Cinquegrana
Antropologo