L’artigiano in fiera. Intervista ad Antonio Intiglietta

20 edizioni hanno visto e vedranno i maestri dell’artigianato italiano, europeo e dei Paesi del Mondo in un’unica cornice che è L’artigiano in Fiera, la cui macchina organizzativa è ormai tanto collaudata tanto in continua evoluzione. Con Antonio Intiglietta, One ha voluto approfondire il valore di questa manifestazione, scoprendo le tante sfumature dei mestieri che mettono al centro di un mercato sempre più selettivo, il valore dell’uomo.

Come viene percepito l’artigianato oggi?

Si è sempre pensato per molto, troppo tempo, che davanti agli sforzi di un mercato che si muove per quantità, e parlo di industria, multinazionali, legge dei numeri, l’artigianato rappresentasse un po’, da un punto di vista romantico, la storia di un passato. Da un punto di vista di impresa, una considerazione in più, un’analisi un po’ più attenta, che da una parte ne riconosce il valore, dall’altra ne percepisce il limite quando si tratta di riportare il discorso su un piano di produttività, capacità di soddisfare le esigenze di un pubblico più vasto…

Qual è la scommessa dell’Artigiano in Fiera, ormai alla sua 20esima edizione?

La nostra manifestazione nasce con lo scopo di mettere l’uomo con la sua capacità di creare, produrre, fare del proprio lavoro manuale un qualcosa di bello, di vero, giusto e sano al centro di un mercato, mercato che ha una sua collocazione, delle regole precise e, spesso, un’altissima committenza. Questa attenzione della comunicazione dimostra che l’artigianato non è un ricordo di un passato tanto romantico quanto remoto, ma ha un grande valore per vari motivi. Uno perché l’artigianato porta con sé il valore stesso del lavoro umanizzante, e questo rappresenta un plus, percettibile non solo per chi svolge un determinato lavoro creativo e manuale, ma anche per chi lo acquista, perché sa di avere con sé qualcosa che è unico e che non è la semplice azione di consumo, ma comunica una storia un’esperienza, un’umanità che ha un significato.
Un secondo aspetto è quello salutare, di bontà, di qualità, che porta con sé tutto ciò che nel processo di trasformazione della materia prima non è sottoposto a forzature ma anzi rispetta e valorizza il punto di partenza. L’artigiano sa di non dover intervenire sulla natura di un bene, ma di poterne trarre il massimo dando forma, funzione, sapore. Parlo quindi non solo di oggetti ma anche di tessuti, ad esempio, di cibo. C’è un mondo, un modo di pensare, un rispetto dietro all’artigianato che nei processi di produzione di massa è stato perso, con i conseguenti compromessi a danno di qualità e salute.

Spesso, però, l’artigiano non dispone degli strumenti di marketing giusti per far conoscere il proprio valore al di fuori della propria bottega…

Ecco perché abbiamo creato una fiera. Una fiera che rappresenta un primo momento di incontro con un pubblico vasto, internazionale, preparato e altamente selettivo, che ama vedere le persone al lavoro e toccare con mano i risultati di questo processo creativo e di lavorazione in un contenitore organizzato, eclettico, che lascia sfogliare tutti capitoli di una storia fatta di tradizione e innovazione, di Paesi e contaminazioni.

Dopo la fiera, come si assicurano, gli artigiani, una continuità che garantisca loro un rapporto con i possibili clienti e una vetrina per i mesi a venire?

Abbiamo creato e perfezionato un portale dove poter conoscere le varie realtà presentate. La fiera è nata quando ancora Internet non esisteva, e dopo l’avvento di questo strumento straordinario e in continua evoluzione, abbiamo fatto i conti con la necessità di tradurne la  potenzialità a coloro che, affidandosi alla manualità nel loro quotidiano, non sempre hanno avuto la capacità di apprezzarne il potere da subito: ne è uscito uno strumento di facile navigazione e piacevole concretezza, che porta così anche le realtà più locali in una dimensione internazionale a portata di click.

Antonio Intiglietta, nato a Brindisi nel 1956, è laureato in Scienze politiche all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. Membro del board di diverse imprese e organizzazioni nazionali e internazionali, ha maturato significative esperienze in vari ruoli politici. Nel 1992 è assessore al Demanio e Patrimonio del Comune di Milano e dal luglio 1992 al marzo 1993 vicesindaco con delega al Decentramento e alle Periferie. Dal 1993 al 2000 è presidente della Compagnia delle Opere di Milano e Provincia, dal 1999 presidente del circuito europeo delle Fiere dell’Artigianato. Attualmente è presidente e AD di Ge.Fi – Gestione Fiere Spa, la società che organizza a Milano L’Artigiano in Fiera, la più importante mostra-mercato internazionale dedicata al settore dell’artigianato (nell’ultima edizione 3.045 stand espositivi, con oltre 150.000 prodotti provenienti da 110 Paesi). Ha, inoltre, fondato l’e-commerce Artimondo. Grazie alla piattaforma di commercio elettronico, che mira a innovare e internazionalizzazione il business di migliaia di micro imprese italiane ed europee,  è possibile acquistare online i prodotti esposti durante la rassegna.

AUGUSTA DI FUSCO