Mangiando I Tuoi Desideri Si realizzano !!!

Sono sicura che da bambini avrete avuto dei rituali riguardanti il cibo anche voi.
Io e i miei compagni d’asilo mettevamo in bocca i latterini fritti dal verso della coda “così non ci vedevano mentre li mangiavamo”, oppure ai

compleanni mangiavamo i biscotti farciti alla crema rigorosamente prima aprendoli a metà, poi leccando la crema e poi mangiando prima il biscotto destro e poi quello sinistro. Per non parlare del passato di verdure: ho atteso poco più di due anni prima di poter partecipare a quel rito! Solo quando perdevi almeno un dente da latte, infatti, potevi “aspirare” il passato attraverso il buco; se ci penso riesco ancora a sentirne l’odore, il colore, la consistenza, il suo sapore e le emozioni che provavo!

Erano momenti magici e ogni rito era come un ponte che mi permetteva di passare dal mondo visibile a quello invisibile e di imparare le lezioni di entrambi i mondi.

Era come se le carote, il sedano, le zucchine, i broccoli e i fagioli, attraverso quel rito, mi sussurrassero i segreti della natura: il darsi, l’offrirsi, lo svanire per creare oltre se stessi, l’amore e l’equilibrio universale.
Mangiando quel minestrone, in quel modo, fatto di consapevolezza e presenza, assistevo ad un viaggio, seguivo il percorso di quello che prima era visibile nell’invisibile, viaggiando io stessa con lui.

Ai bambini piccoli risulta più facile sentirsi uniti col tutto, “vedere” l’invisibile, perché il loro terzo occhio è aperto, ma tutti noi dovremmo ricordare che siamo distinti, ma non separati da ciò che mangiamo ed è per questo che viaggiamo con esso. Nutrirsi è compiere il viaggio.

Dal momento in cui lo selezioniamo, lo tagliamo e quando lo mastichiamo il nostro viaggio ha inizio. Ecco perché ogni fase della preparazione del cibo è importante, è un rituale e dovrebbe avere l’attenzione che merita.
Imparando ad usare dei rituali in breve tempo la nostra consapevolezza riguardo al cibo si potrà affinare, ma anche la relazione con l’alimentazione e con tutti i cibi con cui interagiremo ne beneficerà.
Potrà migliorare la nostra salute fisica, la nostra intuizione, la nostra visione sottile, la nostra vita emotiva, le nostre relazioni e il nostro rapporto con l’abbondanza e la ricchezza.

Un piccolo rito può essere semplicemente sorridere al cibo che mangiamo con amore e con senso di complicità. Con la consapevolezza che abbiamo un progetto comune: la realizzazione della missione della nostra anima!

Un altro rito può essere meditare sulle sensazioni, sulle emozioni che il cibo sprigiona mentre lo teniamo in mano prima di comprarlo, mentre lo laviamo con l’intenzione di purificarlo, lo tagliamo, lo mastichiamo, lo digeriamo, lo assimiliamo, in modo da orientarci meglio verso quello che ci fa stare bene mangiando in modo più equilibrato e sano, nutrendo il nostro corpo, ma anche la parte più profonda di noi stessi: la nostra anima.

Sì perché ogni cibo ha una particolare vibrazione: quello molto processato ha una vibrazione molto simile a del brusio disarmonico che ci toglie energia, perché il nostro corpo deve spendere molta energia per processarlo ed eliminarlo, quello naturale ha invece una vibrazione sottile che ci dà energia e che ci sussurra i segreti della natura, come faceva con me quel minestrone da bambina.

E allora prima di scegliere un alimento chiediamoci e chiediamogli quanta parte di brusio e quanta parte di vibrazione sottile contiene: se il brusio supera la vibrazione sottile possiamo scegliere di non comprarlo e di non mangiarlo. E poi prepariamolo e prepariamoci con la consapevolezza che ci stiamo preparando al viaggio, all’incontro. Il segreto è entrare in profonda empatia con quello che mangiamo, conoscerlo attraverso il cuore, attraverso la nostra capacità di amare e di apprezzare quello che ci dà.

Un altro rituale può essere quello di offrire il cibo che stiamo mangiando ai nostri organi chiedendo ad essi di aiutarci nella realizzazione dei nostri obiettivi.
Mentre gustiamo cibo sano e naturale in modo rilassato concentriamoci sul piacere che ci dà e sull’obiettivo che vogliamo raggiungere.

Nelle tradizioni dei misteri il piacere corporeo è associato alla capacità di far accadere le cose, per questo si dice: “Ciò che desideri mentre mangi accadrà.”

Grazie a questi viaggi comprenderemo che ogni azione che compiamo, e non solo il cibarsi, è simbolica, e che ogni alimento simboleggia una possibilità spirituale.
Come diceva il grande poeta e mistico irlandese William Butler Yeats: “ Il mondo è pieno di cose magiche, pazientemente in attesa che i nostri sensi si acuiscano.”

La noce

Per esempio le noci aiutano a vincere le paure inconsce sciogliendo gli attaccamenti e i cereali integrali portano in noi l’energia dell’abbondanza.
Ma ci sono tantissimi altri cibi e rituali che possono venire in nostro aiuto, io ne ho scoperti di bellissimi nel libro “Il cibo del risveglio” di Selene Calloni Williams.

Questi sono i miei preferiti.

Le more di gelso

Le more di gelso possono curare la sensazione di non aver trovato in questa vita il vero amore o di averlo incontrato e perduto.

Rituale

Rigorosamente durante la luna piena e dopo il tramonto, pesta in un mortaio delle more di gelso (anche secche vanno bene se si è fuori stagione), recitando la formula psichica della creazione immaginare per aiutare l’universo ad aiutarti:

“Non esiste né l’incontrarsi né il separarsi.
Esiste unicamente il puro piacere dello spazio dinamico.
Esiste il piacere del puro ricercare.
Io cerco l’amore in ogni mondo perché l’amore è ciò che ho perduto. Eppure non esiste né l’incontrarsi né il separarsi. Esiste unicamente il puro piacere dello spazio dinamico.”

Poi consuma la purea di more.

La lavanda

Quando non si vede via d’uscita e ci si sente oppressi da situazioni apparentemente irrisolvibili è perché ci siamo dimenticati della prima legge dell’ermetismo, la cosiddetta legge dello spirito, che afferma che tutto è spirito e che lo spirito regna sulla materia.
Per ristabilire l’equilibrio e l’armonia universale può esserci utile la lavanda.

Rituale

Quando ti senti braccato da condizioni apparentemente senza via d’uscita e cadi nel nervosismo e in un’elucubrazione pesante e ossessiva nel tentativo di trovare una soluzione, riempi la casa di fiori di lavanda. Poi accendi il fuoco nel camino, oppure in un braciere o accendi una bella candela. Prendi un po’ di lavanda e siediti di fronte al braciere. Getta i piccoli fiori di lavanda nella fiamma, immaginando che essi siano i tuoi stessi pensieri, quindi, a mente vuota, prepara l’infuso.

Infuso: usa un cucchiaio pieno di fiori di lavanda per ogni tazza di infuso.
Versa l’acqua, appena bolle, sui fiori e lasciali in infusione per 10 minuti.
Filtra l’infuso prima di berlo.
In caso di tosse o raffreddore, puoi berne una tazza tre volte al giorno prima dei pasti.
Per scopi calmanti e sedativi, puoi berne una tazza un’ora prima di coricarti.

Bevi l’infuso recitando la seguente formula psichica della creazione immaginare:

“L’impossibilità è solo la base per la manifestazione di infinite possibilità. Io posso raggiungere qualsiasi obiettivo, devo concentrarmi su ciò che posso dare a questi fiori bellissimi e a tutti gli esseri senzienti il cui numero è infinito come le possibilità dello spazio. Riconosco che la mia difficoltà è dovuta al fatto che mi sono concentrato più su quello che volevo ottenere che su quello che potevo dare. Maestro, ti prego, per amore del fiore, del vento, della farfalla e della rugiada, ispirami ora ciò che è giusto.”

La pesca

Attraverso un rituale in cui viene in nostro aiuto lo spirito del pesco e della pesca possiamo curare il ricordo delle nostre esperienze di rabbia e frustrazione, scongiurando il loro ciclico ripetersi.

Rituale

Esponi una pesca alla diretta luce del sole. Nel frattempo, seduto in postura meditativa, osserva la tua rabbia e/o la tua frustrazione. Realizza in quale parte del corpo le tue sensazioni sono più presenti. Quindi rivolgiti allo spirito della tua rabbia e/o della tua frustrazione e bisbiglia:

“Aiutami ad aiutarti!”.

In breve sentirai che le sensazioni di rabbia e frustrazione si trasformano in pura vibrazione di forza che non ha connotazioni né di rabbia né di frustrazione, ma unicamente di forza.
Quindi ripeti la seguente formula psichica della creazione immaginale:

“Sbattendo le ali con una forza nascosta, superando persino i venti taglienti, grazie a questa rabbia, che porto in me con amore, raggiungo il lago della vera forza dove i pesci dagli occhi dorati dell’acuta percezione si moltiplicano, dove gli uccellini apprendono a volare e tutto è imperturbabile rilassamento, al di là di ogni limite.”

In fine mangia la tua pesca calda di sole ringraziando i buoni spiriti che ti accompagnano.

La Melissa

Il sonno è una piccola morte.
Durante il sonno viaggiamo, infatti, nel regno delle ombre, nei mondi degli invisibili, da cui facciamo ritorno al risveglio.
Lo spirito della Melissa è un ottimo traghettatore e facilitatore del viaggio.
La morte non è un evento che accade alla fine della vita, morte e vita, in verità, sono simultanee. Un problema nell’addormentarsi può nascondere un’ansia nei confronti della morte.
Lo spirito della Melissa è così potente che può curare questo problema, ma l’infuso va preparato e consumato in modo rituale.

Infuso: utilizza un cucchiaio pieno di foglie per ogni tazza d’acqua.
Versa l’acqua, appena bolle, sulle foglie e lasciale in infusione per 10 minuti.
Filtra prima di bere. Consuma una tazza di tisana un’ora prima di coricarsi.

Rituale

Dopo il tramonto prepara l’infuso e, prima di berlo, recita la seguente formula psichica della creazione immaginale:

“Che io possa divenire terra, che io possa divenire cielo, che io possa divenire la montagna, che io possa divenire il mare! Che io possa crescere allargando e allungando il mio corpo fino a disperdermi nel vuoto dell’infinito!”

Poi compi il Mudra della triplice accettazione di questa vita, di questo corpo, di questa tua incarnazione: porta la mano destra sulla spalla sinistra e la mano sinistra sulla spalla destra.
In questo gesto simbolico o Mudra, abbraccerai te stesso. Rimani nell’abbraccio per qualche secondo, poi sorseggia un po’ d’infuso. Quindi compi il Mudra della triplice accettazione una seconda volta e in questo gesto abbraccia, stringi a te, il tuo spirito guida. Rimani nell’abbraccio per qualche istante, poi bevi alcuni sorsi di infuso.
Infine compi il gesto della triplice accettazione per la terza volta e abbraccia le danzatrici del cielo, le muse ispiratrici, le grandi idee creative che il sonno ti porterà. Bisbiglia questa formula ella creazione immaginale:

“Possa il mio sonno essere foriero di nuove, grandi idee creative!”

Finisci di bere l’infuso

Il ciliegio

Originario dell’Asia minore, il ciliegio è un albero sacro in Giappone.
In particolare, il fiore è un simbolo potente che racchiude il culto delle idee, l’anima del Sol Levante e il codice d’onore dei samurai.
Diventato simbolo di tutte le arti marziali, in Giappone vi è una leggenda che spiega il profondo legame tra il fiore di ciliegio e l’antica casta dei samurai. Si narra che in origine i fiori di ciliegio erano bianchi come la neve. In seguito, un imperatore giapponese ordinò di seppellire i cadaveri dei samurai sotto gli alberi di ciliegio. Poco tempo dopo, per effetto di questa decisione, i fiori e i boccioli di ciliegie si tinsero di un delicato rosa, poiché le radici della pianta assorbivano il sangue dei samurai morti. La ciliegia rosso sangue divenne l’emblema dei samurai, sempre pronti a sacrificarsi per la verità è l’onore. I ciliegi sono rimasti un simbolo importante in Giappone, come dimostra la festa di Hanami, che cade ogni anno tra marzo e aprile, durante la quale folle di giapponesi contemplano lo splendido spettacolo degli alberi fioriti.

Rituale

La tradizione dello yoga sciamanico vuole che si tengano sempre fiori secchi di ciliegio in casa. Quando si è creato un conflitto con qualcuno, il rituale del superamento dei conflitti richiede di coricarsi con i fiori di ciliegio stretti nella mano sinistra ripetendo la seguente formula psichica, lasciando andare la rabbia: “A cosa serve la barca a chi ha già attraversato il fiume?”. Successivamente va evocata e benedetta l’immagine del nemico. Infine ci si addormenta con la consapevolezza che il viaggio nel sonno aiuterà il conflitto a sciogliersi e il problema a risolversi nel migliore dei modi.

L’ultimo rito di cui vi voglio parlare riguarda il tiglio.
Appena l’ho letto sono stata letteralmente catapultata indietro nel tempo, quando verso i due anni mi facevo accompagnare, al tramonto, da mia madre a raccogliere i fiori di tiglio lungo il viale alberato vicino a casa mia per farne una tisana.
Lei mi chiamava la mia piccola streghetta, chissà se erano reminiscenze di una vita passata!

Il rituale che riguarda il tiglio è di straordinaria potenza per ridestare in se stessi lo spirito della natura e allinearsi con esso!
E’ un rituale che va compiuto durante la luna piena e solo dopo il tramonto.
Prepara una tisana di tiglio e mentre l’erba è in infusione, brucia dei rametti di tiglio in un camino o in un braciere. Se non riesci a procurarti i rami di tiglio puoi bruciare le sue foglie e i suoi fiori secchi. Mentre i rami bruciano ripeti la seguente formula psichica della creazione immaginale:

“Anima selvaggia che danzi nei cieli, nelle foreste, sulle cime delle montagne e nell’altro dei lupi, io ti riconosco come in me dimorante.”

Poi bevi la tisana di tiglio chiedendo allo spirito del tiglio di contribuire a ridestare l’anima selvaggia in te dimorante. Infine compi il triplice Mudra, ponendo la mano destra sulla spalla sinistra e la mano sinistra sulla spalla destra. Per mezzo di questo gesto simbolico, o Mudra, permani nell’abbraccio con lo spirito delle foreste.

Pensiamo per un attimo ad un fiore di tiglio, quando lo assumiamo questa forma si dissolve, da visibile diventa invisibile: diventa le nostre energie, pensieri, emozioni, si offre per trasformarsi e trasformarci, in un meraviglioso gesto d’amore.
Mangiare è assaporare l’amore in tutte le sue forme; grazie ai rituali possiamo tornare consapevoli di questo ed evolvere nel nostro cammino.

Antonia Notaro