La più alta espressione femminile? Il ciclo mestruale

Il ciclo mestruale della donna è la più alta espressione della femminilità. Purtroppo però questa dimensione spirituale e naturale delle mestruazioni è stata persa ed è stata sostituita dal rifiuto e dal fastidio fine a sè stesso di questo importante appuntamento mensile femminile.

Ciò che avviene poco prima e durante il ciclo mestruale è un’occasione importante per la donna di ritornare alle origini, di ricongiungersi con il proprio istinto e con la propria natura. Occasione che viene persa se ci si ostina a denigrare, rifiutare e allontanare in tutti i modi il sacro momento delle mestruazioni.

Si parla infatti di sindrome premestruale indicando tutti quei disturbi che una donna va incontro pochi giorni prima delle mestruazioni: irritabilità, nervosismo, disturbi fisici più o meno intensi… E si dà a questo periodo valenza negativa, si prescrivono farmaci, gli uomini (ma anche le donne) ci scherzano su. Non si pensa invece che questi segnali rivelano una sensibilità e una ricettività profonda, èun modo di sintonizzarsi con la ciclicità della natura che va oltre la razionalità, che non si riesce a gestire.

La donna in questi particolari giorni si fa veicolo con il suo corpo e con la sua mente di un’energia vitale antica, di una spiritualità autentica, di un’innato istinto di vita e di ciclicità. Dovrebbe accogliere e farsi travolgere e guidare da questi segnali invece di fermarsi al lamento, al rifiuto, al fastidio.

Ma la donna ha purtroppo perso nel tempo questa capacità ad accogliere i segnali della vita. Ci hanno cresciute dicendoci che il ciclo mestruale è una gran scocciatura, che dobbiamo in tutti i modi “nasconderlo” e continuare la nostra vita dimenticandoci che c’è in quei giorni…

Per ritrovare la vera essenza delle mestruazioni e il modo più sano e genuino di viverle analizziamo ciò che accade nelle tribù antiche, nelle popolazioni che riescono ancora a mantenere un contatto spirituale con la natura. In molte tribù la donna durante il ciclo mestruale viene considerata sacra perchè in stretto contatto con il divino. E’ proprio in questo momento che la creatività della donna è ai massimi livelli e se lei è in sintonia con questo suo momento caratteristico può guardarsi dentro, riflettere, meditare e far esplodere idee, rivelazioni, spiegazioni e soluzioni come non mai!

E’ come se la donna durante il ciclo mestruale potesse accedere ad una consapevolezza superiore, potesse entrare in stretto contatto con il divino, potesse fondersi con la natura…

Questa valenza positiva e spirituale del ciclo mestruale rivaluta la donna, i suoi sbalzi d’umore, il suo corpo. E’ necessario però riprendersi questa dimensione sacra femminile, non solo riguardo al ciclo mestruale ma a tutti i momenti che scandiscono la vita di una donna: la gravidanza, il parto, la menopausa e via dicendo. Nelle popolazioni nomadi a tal proposito veniva usata la Tenda Rossa. Uno spazio sacro adibito solo alle donne: in questa tenda montata quando la carovana si fermava le donne partorivano, parlavano, si riposavano durante le mestruazioni. Si prendevano cioè del tempo prezioso per vivere, apprezzare e farsi guidare in questi momenti importanti.

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Ai giorni d’oggi la tenda rossa viene riproposta in molte parti del mondo come luogo di incontro e confronto tra donne.

La donna prima e durante il ciclo mestruale, quando cioè inizia a sentire i segnali di arrivo delle mestruazioni, dovrebbe concedersi un pò di tempo per stare da sola, in silenzio, immersa nella natura, per accogliere ciò che sente mentalmente e fisicamente. Le mestruazioni sono un privilegio non un fastidio fine a sè stesso. Sarebbe importante anche condividere questo momento con altre donne, creare riti insieme a loro (basta una serata al mese insieme circondate da candele, musica rilassante e tante risate), vestirsi in modo importante per rendere omaggio alla propria fertilità.

Ogni passaggio della vita femminile, così intensa e traboccante di vita, dovrebbe essere celebrata con riti o comunque con momenti di festa, anche minimi, per poter brindare alla vita e per costringerci finalmente a fermarci e a lodare ciò che siamo.

Paolo Peverini