Adolescenza e Suicidio

Franca Leosini Mara Carfagna Rosetta Cappeluccio

Adolescenza e Suicidio: il ruolo dei Disturbi del Sonno nei comportamenti Suicidari e Non Suicidari
I disturbi del sonno sono spesso accompagnati da depressione, ansia e modificazioni cognitive.
E’ stato dimostrato che alterazioni del sonno persistenti (l’insonnia, così come l’eccessiva sonnolenza) costituiscono fattori di rischio per lo sviluppo successivo di malattie mentali e per i disturbi da uso di sostanze. Essi possono anche rappresentare l’espressione prodromica di un episodio di malattia mentale, permettendo di intervenire precocemente per prevenire o attenuare un episodio conclamato. ​
Molti studi si sono occupati di indagare la relazione tra disturbi del sonno e condotte suicidarie o autolesionistiche.​
In generale, i dati indicano che il rischio di tentato suicidio durante l’adolescenza è particolarmente alto e che i numeri sono in aumento rispetto al passato. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) indica il suicidio come la terza causa di morte nei giovani tra i 10 e i 24 anni (Istat, 2017).

Perché è così frequente, in adolescenza, la messa in atto di condotte suicidarie o autolesionistiche?
Tra le ragioni più frequenti vi è il bisogno di sollievo in rapporto a uno stato emozionale percepito come intollerabile e avversivo, la necessità di evitare o fuggire da una situazione ritenuta insopportabile.​
Gli adolescenti con un disturbo dell’umore o un disturbo d’ansia risultano essere particolarmente vulnerabili a problemi del sonno (Johnson, Chilcoat & Breslau, 2000) e difficoltà del sonno possono condurre persino all’esordio di sintomi psichiatrici (Ong, Wickramaratne, Tang & Weissman, 2006). Tra gli adolescenti il ​​sonno alterato è stato collegato all’ideazione suicidaria (Bailly, Bailly-Lambin, Querleu, Beuscart & Collinet, 2003; Barbe et al., 2005), al tentato suicidio (Bailly et al. 2003; Nrugham, Larsson & Sund, 2008) e al suicidio (Goldstein et al., 2008). Questa relazione è stata inizialmente studiata in un campione di studenti appartenenti alla popolazione generale. Di recente, invece, una ricerca americana ha esaminato la relazione tra specifici problemi del sonno, pensieri e comportamenti autolesionistici o suicidari in un campione clinico di adolescenti.​
Il campione analizzato era costituito da 223 adolescenti di età compresa tra gli 11 e i 19 anni, presenti in una comunità clinica per disturbi dell’umore e comportamenti suicidari e non suicidari.
Questo studio ha indagato se:​
– la maggior parte degli adolescenti presenti in clinica avesse familiarità con un grave disturbo del sonno;​
– il gruppo di adolescenti che presentava un grave disturbo del sonno avesse un maggiore coinvolgimento in pensieri e comportamenti suicidari e non suicidari, ideazione suicidaria e tentativi di suicidio;​
– le probabilità di avere pensieri o comportamenti suicidari o non suicidari aumentassero in concomitanza di un grave disturbo del sonno.​
I risultati della ricerca hanno mostrato che:​
– 2/3 degli adolescenti riportavano ogni notte una compromissione severa del sonno; ​
– i problemi del sonno si sono mostrati altamente diffusi tra adolescenti con una sintomatologia grave relativa all’umore e al comportamento;​
– i pazienti con sintomi severi, al momento dell’ingresso in clinica, mostravano in modo significativo di essere maggiormente coinvolti in comportamenti non suicidari, rispetto agli adolescenti che non avevano rilevanti problemi di sonno.​
– l’insonnia centrale e il ritmo circadiano hanno mostrato entrambi di essere efficaci predittori di tentativi di suicidio, mentre l’insonnia terminale è stata associata all’ideazione suicidaria. ​
Alla luce delle evidenze emerse, dunque, appare sempre più importante valutare le difficoltà del sonno, soprattutto, negli adolescenti a rischio di suicidio e promuovere una corretta igiene del sonno come strumento di prevenzione volto, non solo, a ridurre l’ideazione suicidaria e i comportamenti non suicidari ma, anche, a migliorare la qualità della vita, aumentando il benessere.

Dott.ssa Rosetta Cappelluccio

Riferimenti Bibliografici
– American Psychiatric Association (2013). Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali – Quinta edizione. DSM-5. Tr.it.​
– McGlinchey E.L., Courtney-Seidler, E.A., German M., Miller A.L., (2017), The Role of Sleep Disturbance in Suicidal and Nonsuicidal Self‐Injurious Behavior among Adolescents, Suicide and Life-Threatening Behavior.

 

 

Rosetta Cappelluccio
Psicologa, Psicoterapeuta, Sessuologa
Esperta in Psicopatologia dell’età evolutiva
Responsabile ambulatorio di Psicopatologia dell’Ospedale Fatebenefratelli, Napoli.