Bitcoin: passato, presente e futuro

2020 l’anno dell’ halving

Il Bitcoin, definito l’oro digitale, ha origine nel 2009. La nascita è una reazione alla crisi finanziaria del 2008 che ha esposto le falle del sistema finanziario sensibilizzando l’opinione pubblica in merito alle potenziali lacune delle banche e al modo in cui è interconnessa l’economia globale.

A differenza delle monete fiat (euro o dollaro), Bitcoin come le altre criptovalute è decentralizzato, ovvero non controllato da nessun governo o banca centrale.

La creazione di nuove unità è definita da un insieme di regole predefinite (protocolli).

Il protocollo a sostegno del Bitcoin è il proof of work (PoW), un algoritmo di consenso che è alla base della blockchain; tale garantisce che la creazione di nuove unità di criptovaluta segua uno schema prestabilito.

La generazione di nuove monete si basa su un processo conosciuto come mining. I miner oltre a generare nuove monete si occupano della protezione del network attraverso la verifica e la convalida delle transazioni.

Il Bitcoin come le altre criptovalute sono una valida alterativa al sistema fiat tradizionale; infatti tale  valuta digitale è stata definita nel periodo della grande recessione (2007-2013) come un mezzo per democratizzare la finanza tradizionale.

Attualmente ci troviamo in un anno in cui a detta di molti analisti segnerà una svolta nel panorama delle valute digitali.

A maggio del 2020 si verificherà il block halving, un processo di riduzione della quantità di nuovi Bitcoin generati per blocco. L’ultimo halving si è verificato il 09/07/2016, successivamente al quale il prezzo ha toccato i suoi massimi storici arrivando ad essere scambiato a dicembre 2017 per 20.000$ a bitcoin. Nel 2012, in concomitanza del primo halving, il prezzo di Bitcoin si attestava a circa 12,31$.

Tali block halving saranno in totale 32 ed una volta che questi saranno conclusi non verranno più generati Bitcoin, in quanto la fornitura massima sarà raggiunta (21.000.000 BTC).

Secondo gli analisti l’halving causerà una bull run che porterà il Bitcoin ad essere scambiato a circa 100.000$ entro il 2023 e ad avallare questa la tesi vi è l’aumento d’interesse da parte degli investitori istituzionali.

Come accadde nel 2015 che i venture capitalists iniziarono ad interessarsi al Bitcoin, nel 2018 grazie all’evoluzione del Lightning Network, tecnologia in grado di velocizzare le operazioni sulla rete, banche e operatori istituzionali sono stati attirati dalla potenzialità della moneta.

L’aumento dell’interesse e quindi della domanda porterà certamente ad un nuovo rally nei prossimi anni.

Antonio Fabbrocino
Giornalista

Antonio Fabbrocino
Giornalista